Dai ricordi familiari del mio amico Mimmo Macrì.
Ormai lo sapevamo. Sapevamo che papà se ne sarebbe andato da lì a poco per quello che eufemisticamente parlando si definisce l'ultimo viaggio. L'unica cosa che umanamente potessimo fare era somministrargli i farmaci prescritti per alleviare il dolore. E aspettare. Il mio amico Giorgio, che a mio padre era molto legato,
conoscendo la situazione ,mi chiese di poterlo venire a trovare per l'ultima volta. Lo accompagnai nella camera da letto dove papà alternava momenti di lucidità a fasi di incoscienza. Aprì gli occhi, mi vide e riconobbe Giorgio che aveva il vezzo di chiamarlo Mimmuzzo. E' un classico chiedere all'ammalato come stia e il buon Giorgio non si sottrasse a questa (peraltro inutile) prassi. Sapeva bene quanto lo sapevo io e sicuramente anche mio padre che poco gli restava da vivere. Con voce flebile papà lo guardò e gli disse "ciao Giorgio". Poi guardando entrambi ci disse una cosa che tuttora ho scolpito nella mente: "rimanete sempre amici". Pochi giorni dopo morì. Sono passati quasi 25 anni da allora. Io e Giorgio siamo ancora grandi amici. (Nella foto mio padre Carmine Macrì)
Domenico "Mimmo" Macrì da Saint Vincent (AO)
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