martedì 24 marzo 2015

24 marzo 1944/1974 Eccidio delle Fosse Ardeatine

Era il 24 marzo 1944: 335 morti, tra civili e militari, uccisi tramite un colpo di pistola alla nuca dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l’attentato effettuato dai partigiani appartenenti ai GAP romani contro truppe germaniche a via Rasella. Nell’attentato del giorno precedente persero la vita ventotto persone immediatamente e altre 5 nei giorni seguenti.
Il tenente colonnello delle SS Herbert Kappler, d’accordo con il comandante delle Forze Armate della Wermacht a Roma, Generale Kurt Mälzer, decisero di mettere in atto una rappresaglia la quale consisteva nella fucilazione di dieci italiani per ogni militare tedesco ucciso nell’attentato partigiana, da scegliere tra i condannati a morte detenuti nelle prigioni gestite dai Servizi di Sicurezza e dai Servizi Segreti. Infatti il 24 marzo 1944,i capitani delle SS Erich Priebke e Karl Hass ricevettero l’ordine di selezionare le vittime tra i prigionieri già condannati a morte, ma il numero di prigionieri non arrivava ai 330 necessari alla rappresaglia, di conseguenza aggiunsero, ai già scelti, prigionieri politici e 57 ebrei e alcuni civili.
Radunarono quindi i prigionieri selezionati e li condussero nei pressi di una serie di grotte alla periferia di Roma, sulla via Ardeatina, scelte per poter eseguire la rappresaglia in segreto e per occultare i cadaveri delle vittime. Giunti sul posto, il capitano Priebke si accorse di aver selezionato 335 vittime anziché 330, ma decise ugualmente di uccidere le 5 unità in eccesso per non correre il rischio di lasciare in giro testimoni scomodi. Tutti i prigionieri vennero uccisi tramite un colpo di pistola alla testa sparato da distanza ravvicinata. Al termine delle esecuzioni l’ingresso delle grotte venne fatto saltare con delle cariche di esplosivo. Dopo la fine della guerra tutti i comandanti responsabili in qualche modo dell’eccidio vennero condannati a pene più o meno severe; l’ultimo a morire fu, nel 2013, il capitano Erich Priebke. Le grotte delle Fosse Ardeatine, luogo dell’eccidio alla periferia di Roma, sono oggi monumento nazionale in ricordo delle vittime.

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