martedì 5 aprile 2016
Una vena di nostalgia
Mezzo secolo trascorso in un baleno, sembrava ieri di vivere negli indimenticabili anni sessanta. Indimenticabili in tutto e per tutto, per il modesto tenore di vita generale, per l’assoluta mancanza dello stress che ci opprime oggigiorno, per la spensieratezza dei miei vent’anni. Ma cosa è rimasto di tutto quello che mi circondava in quegli anni? I miei amici di un tempo, dove sono ora, cosa fanno e, vista l’età non più verde, sono ancora vivi? Con alcuni di loro non mi sono mai perso di vista, siamo cresciuti insieme nelle varie fasi della vita, scuola, lavoro, pensione; di molti ho perso da tempo le tracce, mentre altri purtroppo nel tempo sono venuti a mancare prematuramente. Spesso rivedo Pino, il mio compagno di banco delle scuole medie e superiori, divenuto nel tempo pilota di linea della Compagnia di bandiera; Mario, Enzo, Giuseppe, tutti ispettori provinciali dell’ufficio di igiene;
Augusto, il bello della scuola, che a detta sua dice di aver fatto “l’arredatore”, dal momento che si è separato per ben tre volte ed ogni volta ha dovuto cambiare casa. Per quanti sforzi e ricerche abbia fatto, non sono riuscito però ad avere più notizie di altri compagni di gioventù, Adalberto, ad esempio, un carissimo amico con il quale all’epoca ho trascorso alcuni anni meravigliosi, dividendo con lui bellissime e spensierate giornate. Cominciò a lavorare come fattorino alla sede centrale di un noto partito politico di allora di stanza all’Eur, mentre io continuai a studiare, e da quel momento non seppi più niente di lui. Alle elementari il mio compagno di banco era Franco, eravamo i più bravi della scuola, sempre inseparabili, in classe, a mensa, durante la ricreazione, dappertutto, dove fosse l’uno c’era anche l’altro. Ricordo con un pizzico di nostalgia le agguerrite gare nei compiti di matematica nelle quali arrivavo quasi sempre secondo, era bravissimo.
Ricordo anche che eravamo attratti entrambi dalla stessa bambina, Giovanna, che consideravamo la nostra “fidanzatina”, naturalmente senza che lei lo sapesse. Da quegli anni ho avuto modo di incontrarlo per caso un paio di volte una ventina di anni fa, poi più nulla. Di Giovanna persi le tracce subito dopo la licenza elementare, non ho avuto più notizie da allora, e sono trascorsi più di cinquanta anni. Adolfo e Maurizio, anche loro compagni delle scuole elementari, e anche loro dispersi nel corso degli anni a seguire, l’uno travolto da problemi familiari fatti di tradimenti, separazioni e depressioni varie, l’altro con quelli più seri di droga e psichiatrici, un vero peccato perché erano veramente in gamba. In questi cinquanta anni anche il destino crudele ha fatto la sua parte, portandosi via Gildo, Giampiero e Massimo. Il primo scomparso in modo alquanto tragico, ucciso appena trentenne da miserabili ignoti durante una battuta di pesca notturna, un omicidio rimasto tuttora impunito; il secondo, Giampiero, scomparso molti anni fa per problemi di cuore. A lui mi legano le fantastiche estati trascorse insieme da ragazzi alla spiaggia, non tanto per fare i bagni quanto per cercare il famoso “acchiappo”, riuscito per la verità pochissime volte. Massimo, un compagno delle scuole medie, sono riuscito a rintracciarlo alcuni anni fa grazie al social Facebook, non avevo sue notizie dal periodo degli esami di licenza media. Purtroppo non siamo riusciti ad incontrarci dal momento che venne a mancare alcune settimane dopo. Sarebbe fantastico avere notizie di altri compagni di allora, di Ennio, Piero, Valerio, Augusta, Anna Maria, Marcello, Giuseppe, mi piacerebbe perlomeno sapere che godano ottima salute e che abbiano avuto fortuna nella vita.
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Cosa sono i ricordi? Tra le tante cose hanno lo scopo di farci rivivere anche coloro che ci hanno abbandonati, si sono persi o si sono voluti perdere apposta di vista o che nei casi peggiori hanno subito una dipartita o hanno avuto tragedie irreparabili nella vita.
RispondiEliminaMi sei piaciuto anche questa volta, (prometto che leggerò tutti i tuoi racconti, mi prendono troppo) forse Facebook risolve in parte perchè ti permette di cercare gli "scomparsi" però penso che il tempo oltre ad essere galantuomo sa essere anche un gran bastardo poichè la gente cambia e non sempre in meglio...
Forse contattarli non sempre è una buona idea, infatti io stesso molti miei ex compagni di scuola che ho perso di vista alle medie e alle superiori preferisco tenerli nel baule dei miei ricordi anzichè su Facebook.
Ad alcuni a cui ho richiesto il contatto o mi hanno ignorato e chi addirittura bloccato...
Altri preferiscono solo spiare senza richiedere eventuali contatti, anzi per riaprire i contatti ad essere precisi.
In questo bel brano che ho letto con molto interesse traspare di sapere, di capire che fine abbiano fatto molte tue conoscenze che in determinati periodi della tua vita, chi più e chi meno hanno rappresentato e ti hanno lasciato qualcosa, e quindi non lo fai per semplice curiosità.
Nostalgia canaglia e quanto ti incaglia...
Aquilotto, ancora una volta bravo!!!