“Ragazzi, - dissero in coro Mimmo e Mariuccia – questa sera i nostri genitori sono fuori e ci lasciano casa libera, abbiamo il permesso di organizzare una cena insieme a tutti, voi che ne dite?” “E che se deve dì? Annamo a comprà la roba da preparà! - ribattè immediatamente e
candidamente Speedy – che volemo magnà de speciale?”. “Non preoccupatevi, pensiamo a tutto noi. - replicarono i cugini di Remo – ci vediamo stasera a casa nostra. Mi raccomando, puntuali.” “Spaccheremo il minuto” rispose Tonino. Trascorremmo il resto della giornata passeggiando per le vie del paese, visitando anche gli angoli più nascosti fino ad arrivare nuovamente davanti al Casinò. C’era come al solito un via vai davanti all’ingresso, uomini tutti incravattati e signore ingioiellate dalla cima dei capelli fino alle punte dei piedi, auto di grossa cilindrata parcheggiate nelle vicinanze, mi colpì una Ferrari rossa fiammante, la stessa della volta precedente, il proprietario probabilmente era un assiduo frequentatore della sala da gioco.
“Mi piacerebbe tanto entrare lì dentro per vedere la faccia di questi stronzi quando perdono.” Disse Gildo indicando con un gesto della testa alcune persone che si avvicinavano all’ingresso. “E chi ce lo impedisce? - rispose prontamente Tonino – se vi va domani sera possiamo andare al Casinò!” “Io ci sto.” rispose Gildo.
“Io pure.” aggiunsi. Loris e Speedy declinarono l’invito. “Ok. Domani sera si va!” Prima della partenza per queste vacanze avevamo previsto una serata del genere, di conseguenza ognuno di noi aveva messo nella sua valigia una giacca con relativa camicia e cravatta, indumenti
indispensabili per l’ingresso in quel covo di stronzi. Tornammo in paese che era quasi l’ora di cena, ci fermammo a comprare delle bottiglie di buon vino e ci dirigemmo allegramente verso casa di Mimmo e Mariuccia.
C’erano già diverse persone in casa, tutte indaffarate a preparare il necessario per quella che sarebbe stata una simpatica cena tra amici.
“Possiamo fare qualcosa per aiutarvi?” Dissero Loris e Giancarlo entrando in cucina e rivolgendosi a Mariuccia, mentre gli altri andarono da Mimmo per chiedere la stessa cosa. La casa era diventata una catena di montaggio, chi preparava il tavolo, chi in cucina alle prese con i fornelli e chi davanti al lavello. Tra una parola e una risata, una barzelletta in
salone e qualche imprecazione in cucina i preparativi per la cena procedevano a rilento.
“Ma che sei scemo? Ce metti tutto quel
peperoncino?” “Ma che dici! Ce n’ho messi solamente quattro, mica sono tanti!” M’hai detto niente!! Così ce brucia er culo pe’ ‘na settimana!! E poi, tutto quell’aglio!! Se respiramo davanti a una pianta de fiori la famo seccà!” Queste erano le frasi che sentivamo arrivare dalla cucina e che ci lasciavano alquanto perplessi. “Ehi voi in cucina, possiamo stare tranquilli?
Ce la faremo a mettere qualcosa di mangiabile sotto i denti prima che venga l’alba?” Disse preoccupato Mimmo rivolgendosi agli occasionali quanto inesperti cuochi . “Tranquilli, tranquilli, tra poco tutti a tavola.” Trascorse qualche minuto e prendemmo tutti posto davanti a dei fumanti spaghetti aglio, olio e peperoncino sapientemente portati in una
enorme terrina da Mariuccia, e se non si fosse fatta avanti lei a preparare i piatti per ognuno di noi sicuramente quel simpatico recipiente
di porcellana sarebbe stato preso d’assalto da tutti. I piatti si svuotarono in un batter d’occhio, qualcuno si congratulò con i cuochi, qualcun altro riempiendo il proprio bicchiere imprecava al peperoncino rimanendo a bocca aperta.
“Buonissimi, eccezionali, ma avevano un solo difetto!!” disse Giancarlo leccandosi i baffi. “Quale?” Gli chiese Mariuccia preoccupata. “Erano pochi!!!” rispose Giancarlo accompagnando queste parole con una fragorosa
risata. “Speedy, hai perfettamente ragione, erano proprio pochi, ce ne voleva un altro chilo!!” “Preparatevi ragazzi, che sta per arrivare il
secondo, - gridò una voce dalla cucina, - fonduta alla valdostana.” La fonduta è un piatto tipico della zona a base di formaggio fuso, in
particolare fontina. Ci rimettemmo tutti diligentemente ai nostri posti e aspettammo che la solita Mariuccia facesse le porzioni per ciascuno degli affamati commensali. Scese il silenzio in tavola, ognuno aveva a che fare con il proprio piatto, alcuni avevano più familiarità con i bicchieri che non lasciavano mai pieni e mai vuoti. “Complimenti alla cuoca” commentò Gildo
facendo la classica “scarpetta” al suo piatto facendolo tornare più pulito di quando aveva iniziato a mangiare tra lo stupore di tutti. “Grazie, - rispose Mariuccia sorridendo – ma il merito non è solo mio, è stato un lavoro d’equipe, mi hanno aiutato Tonino e Loris." I nostri due amici appena entrati in casa si erano diretti immediatamente in cucina, ma il
loro scopo non era quello di mettere in mostra la loro arte culinaria, piuttosto avevano il desiderio di stare vicino a Mariuccia, per la
quale avevano preso una bella “cotta”. Anche Tonino e Loris ringraziarono per gli elogi che furono loro rivolti, lo fecero con gli occhi abbassati ed arrossendo non poco, ma soprattutto mangiando una quantità minima di
fonduta, contrariamente a quanto fatto con gli spaghetti con aglio, olio e peperoncino. Si andò avanti per buona parte della serata, mangiando bene e soprattutto bevendo meglio, raccontando barzellette e divertendoci come matti, solo Tonino e Loris avevano perso un po’ del loro smalto, si erano seduti in un angolo del divano e si univano raramente alle nostre
risate. “Sono andati in bianco con Mariuccia!” Pensavamo. Passata la mezzanotte cominciammo a salutare Mimmo e la sorella, e dopo averli
ringraziati per la cortese ospitalità ci ritrovammo in strada immersi nel silenzio e avvolti da un freschetto niente male……Al mattino seguente la sveglia andò per le lunghe, facevamo fatica ad alzarci, la testa ci girava ed alcuni di noi avevano anche un discreto mal di pancia, postumi della bisboccia della sera precedente. Bussammo alla camera di Loris e Tonino per sincerarsi delle loro condizioni di salute, dal momento che erano i più piccoli ed avevamo preso verso i loro genitori l’impegno di tenerli d’occhio, e ci dissero che tutto sommato non stavano poi tanto male. Ci tranquillizzammo. Rimanemmo in stanza per buona parte della mattinata, lamentandoci ora per una cosa ora per l’altra, sdraiati sul letto leggendo il giornale o rammentando le strane gesta della serata precedente, ad un certo punto vennero nella nostra stanza anche Loris e Tonino, i quali avevano ancora una faccia da funerale. “Come mai quelle facce? – chiese loro Gildo –Mariuccia vi ha mandato in bianco?” “No, no, anzi … … - rispose Loris – con lei tutto bene.” “ E allora, che cazzo c’avete?” ribadì Speedy. “Beh,… ecco … noi … noi vi dobbiamo dire una cosa!” proseguì Loris tenendo costantemente gli occhi abbassati, alzandoli solo per guardare Tonino. “Ieri sera … a casa di Mimmo e Mariuccia …mentre si stava preparando la cena … …” La faccia di Loris era diventata rossa come un peperone mentre Tonino era sempre a testa bassa come a volersi guardare le scarpe. “Che cazzo avete combinato? Parlate!” dissi rivolgendomi a tutti e due con un tono di voce severo ma nel contempo molto preoccupato.” “Per un nostro movimento maldestro … … nella pentola della fonduta … … ci è caduto … … un pochino, ma poco, di detersivo per i piatti…!” “Stronzi!! Non lo potevate dire subito? Ecco perché abbiamo il mal di pancia!! Ora che facciamo?” “Se l’avessimo detto non ci sarebbe stato più niente per mangiare!! - si giustificò Tonino – e avevamo paura della reazione di tutti gli altri.” “Comunque non ce n’è caduto tanto, la maggior parte siamo riusciti a toglierla” replicò Loris. Fortunatamente tutto si risolse nel migliore dei modi, il mal di pancia piano piano diminuì e così ci tranquillizzammo tutti. Nel pomeriggio ci vedemmo con i nostri amici al solito bar ed alcuni di loro ci riferirono di avere accusato nella notte gli stessi nostri sintomi, per fortuna in modo leggero che non lasciarono conseguenze tali da dover ricorrere alle cure mediche.
Ciao Romolo, eccomi a piombare come un'aquila a leggere e commentare questo tuo racconto!!!
RispondiEliminaNonostante l'orario di cena sia passata da qualche ora, tra spaghetti e fonduta mi è venuta di nuova fame , (e meno male che dopo le feste dieta ferrea a pane e acqua come nelle prigioni inglesi del Cinquecento! :D :D :D ma siccome gli spuntini dopo cena non sono mai l'ideale... mi accontento di divorare queste righe che ho letto con "gusto"!
La fonduta... e pensare che l'avevo menzionata qualche racconto fa e tra l'altro avevamo INTAVOLATO (termine appropriato visto che si parla di cucina) una discussione tra alcuni di noi amici di LdM su questo piatto che in verità qui al sud probabilmente è poco conosciuto.
Ad esempio io, se non fosse stato per quel periodo nel negozio di casalinghi forse avrei continuato ad ignorarne l'esistenza.
Mi piacerebbe assaggiare la fondue di formaggio, ho questo desiderio, credimi!!!
Tornando al racconto, la cena poteva finire con una bella lavanda gastrica, del resto come mi disse una volta qualcuno:
"lasciare i maschi da soli in cucina non è consigliabile!"
Mi hai coinvolto piuttosto bene, sai? Pensavo che i due pasticcioni avevano avuto il due di picche da Mariuccia e nelle battute finali ero curiosissimo di sapere cosa li angustiava di preciso (figurati che avevo optato per varie ipotesi) per poi scoprire che il detersivo si era rilevato involontariamente il loro ingrediente segreto.
Beh...visto che dalla riposta data all'amica Bibbi si deduce una certa matrice autobiografica, a parte quel fastidioso mal di pancia, il detersivo ha almeno avuto il vantaggio di ripulirvi all'interno.
Penso che abbiate almeno sentito un senso di pulito, no?
ahahhahaha!!! :D :D :D
In conclusione, anche questa volta promuovo questo racconto, mi è strapiciuto e spero di leggerti ancora al più presto!!!
Bravissimo e buonanotte!!!