dal libro "Le mie vite" di Romolo Benedetti
….Mio padre aveva due grandi passioni: la prima era la politica. Comunista da sempre, si impegnava anima e corpo nelle lotte operaie e sindacali ( era un metalmeccanico ), era sempre in prima linea nelle manifestazioni. E dire che essere iscritti al Partito Comunista Italiano negli anni ’60 non era facile. Mi ricordava spesso quando proprio nel 1960 a Porta San Paolo a Roma ci furono le cariche a cavallo della polizia per disperdere una manifestazione e lui si prese una buona razione di manganellate che non frenarono la sua attività politica.

Anzi la rafforzarono. A causa della sua fede politica mio padre non ebbe la possibilità di sposarsi in chiesa. Quando andò dal parroco per chiedergli di sposarlo questi gli pose una condizione: se voleva sposarsi in chiesa avrebbe dovuto strappare in ginocchio davanti a lui la tessera del partito comunista. L’8 ottobre del 1949 mio padre si sposò a Roma in Campidoglio, alla faccia del parroco e di tutti i “rospi neri” come li chiamava lui. L’altra sua grande passione era la LAZIO. Al contrario della politica nel calcio mio padre ci condizionò moltissimo nello scegliere la squadra del cuore. Non fu però un condizionamento premeditato in quanto lui essendo grande tifoso della squadra biancoceleste, andava a vedere solo e soltanto la Lazio.

Di conseguenza se volevamo che ci portasse con sé dovevamo per forza di cose andare a vedere questa squadra che ancora seguiamo come e forse più di prima. Mi viene ancora in mente una frase che mi disse in tono scherzoso ma non tanto: Ricordati sempre, ROMANO SI’ ROMANISTA MAI! Da quel momento fui con grande piacere prima antiromanista e poi Laziale. Nel calcio mio padre era abbastanza fazioso, ricordo le invettive che gridava agli arbitri un minuto sì e l’altro … pure. All’epoca (parlo degli anni 60) mio padre allo stadio scaricava la sua tensione accumulata durante la settimana gridando e incitando la sua squadra, si sbracciava in ogni momento, un aneddoto a riguardo fu quando durante una partita allo stadio Olimpico, mi pare fosse Lazio-Padova, qualche fila più in basso di noi ci fu un prete (sì, un prete!) che voltandosi verso mio padre gli disse: << Stai zitto! >> Non l’avesse mai detto!! A lui che odiava i preti! Non aspettò neanche un minuto per la replica: << Innanzi tutto mi dia del Lei, perché non sono mai venuto a mangiare in parrocchia, e poi io strillo quanto cazzo mi pare, non prendo ordini da un prete!>> Alcuni tifosi intorno a noi cominciarono a ridere, altri inneggiavano a mio padre: bravo!! Altri ancora schernivano il sacerdote: <
> E mio padre rincarava la dose: << Lavoro in fabbrica tutta la settimana, l’unico mio sfogo è la partita alla domenica e devo essere rimproverato da uno che non fa un cazzo dalla mattina alla sera, ma de che! Laziooooooooo! >> e continuò a incitare la squadra.
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