domenica 30 settembre 2018

Un velo di tristezza

Ore 1.00. Ormai è diventata una piacevole quanto gustosa abitudine terminare le serate danzanti dei sabato sera alla pasticceria Babylon. Non c’è differenza alcuna se la sala da ballo sia questa o quella, lontana o vicina, le serate finiscono tutti insieme sempre lì, davanti a quel bancone dove fa bella mostra uno spettacolare assortimento di invitanti dolci. E anche questo sabato sera non ha fatto eccezione, ci siamo ritrovati in diverse coppie sedute sotto il gazebo del bar dopo aver unito gli unici tre tavoli ancora liberi. Un leggero freschetto ci ritempra dalle fatiche dei balli di qualche minuto prima. Aspettando il barista si parla della serata appena trascorsa, cazzeggiando tra di noi come si conviene ad un gruppo affiatato come il nostro. Guardandomi intorno mi rendo conto che la giovinezza ha trascurato inesorabilmente i nostri tavoli che sono gli unici over….anta, siamo circondati da ragazzi più o meno ventenni che probabilmente stanno iniziando la serata mentre noi siamo ai titoli di coda. Due ragazzi seduti ad un tavolo di fronte ai nostri attirano la mia attenzione, hanno in bocca due enormi sigari da far impallidire Che Guevara e Fidel Castro, sul tavolo una bottiglia di whisky da un litro e mezzo appena aperta, le loro braccia non presentano nemmeno un cm quadrato di pelle libero da tatuaggi. Fumano in silenzio, un acre odore caratteristico nell’aria fa pendant con i loro sguardi non proprio svegli. Sono giovanissimi, non avranno più di ventitré o ventiquattro anni. “Potrebbero essere nostri figli” mi dice salvatore mentre uno dei due riempie di nuovo i loro bicchieri. “Non è possibile –gli rispondo – perché a quest’ora avrebbero le gambe spezzate”. Il cameriere ci distrae piacevolmente prendendo le nostre ordinazione scrivendo con cura sul suo taccuino, i cornetti con la crema l’hanno fatta come sempre da padroni. Nel frattempo i due ragazzi ricevono visite, si siedono al loro tavolo tre ragazze, o meglio tre ragazzine, non avranno più di quindici o sedici anni, una di loro dopo averli salutati entra nel locale ritornando poco dopo con tre bicchieri che in un attimo vengono riempiti di whisky fino all’orlo da uno dei due ragazzi. Il loro abbigliamento è quantomeno stravagante, stivaletti (siamo ad agosto), calzoncini super corti “giro inguine”, trucco a quintali, capelli corti biondi una e coda di cavallo le altre due. Vengono offerte loro tre sigarette artigianali e dopo pochi secondi le nostre narici vengono nuovamente insultate da un odore acre identico al precedente. Il livello della bottiglia di whisky si abbassa costantemente, per i cinque ragazzi è sempre più difficile restare in equilibrio nelle loro sedie se non appoggiandosi tra di loro. “Nonostante la nostra età abbia superato abbondantemente gli …anta – mi dice Salvatore – io non la cambierei con quella di questi ragazzi”. “Ma tu sei sicuro che ci arriveranno alla nostra età?” gli rispondo prontamente con un velo di tristezza. (immagine presa dal web)

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