giovedì 31 luglio 2014

Cassius Marcellus Clay, Muhammad Ali.

E’ considerato il più grande pugile di tutti i tempi, Cassius Marcellus Clay Jr. (Louisville, 17 gennaio 1942), Muhammad Ali da quando si è convertito all’Islam. Cominciò a indossare i guantoni spinto da un poliziotto di origini irlandesi a soli dodici anni, e ben presto cominciò a raccogliere trionfi nelle categorie dilettantistiche, dopo di che si mise in luce alle Olimpiadi di Roma del 1960 conquistando l'oro nella categoria dei pesi mediomassimi, passando tra i professionisti in quello stesso anno. Allenato da Angelo Dundee, Clay conquistò il titolo mondiale dei pesi massimi a soli ventidue anni a Miami il 25 febbraio 1964 battendo in sette riprese Sonny Liston. Dopo la conquista del titolo mondiale, Cassius Clay annunciò al mondo intero la sua conversione all’Islam e di aver scelto il nome di Muhammad Ali. Da quel momento cominciarono i suoi guai. Venne chiamato alle armi nel 1966 dopo essere stato riformato quattro anni prima. Rifiutò categoricamente affermando di essere un "ministro della religione islamica", definendosi "obiettore di coscienza" rifiutandosi di partire per la guerra del Vietnam ("Nessun Vietcong mi ha mai chiamato negro", dichiarò alla stampa) e venne condannato a cinque anni di prigione da una giuria composta di soli bianchi. In quel periodo Alì decise per il ritiro dall’attività agonistica e si impegnò nelle lotte portate avanti da Martin Luther King e Malcom X. Decise di tornare di novo sul ring, perdendo la sfida denominata “l’incontro del secolo” contro Joe Frazier, ma il 30 ottobre 1974 riconquistò il titolo mondiale battendo per KO George Foreman a Kinshasa, nello Zaire. La caratteristica della sua boxe era senza ombra di dubbio il movimento di gambe, che resta inimitabile per qualsiasi pugile di categoria "pesante". Di lui si disse: "Vola come una farfalla e punge come un'ape", per evidenziare la leggerezza dei suoi movimenti, aiutata da una tecnica sopraffina. Nel 1978 venne sconfitto perdendo il titolo con decisione non unanime ai punti contro Leon Spinks, il quale perse subito dopo il titolo WBC per essersi rifiutato di combattere contro Ken Norton. Ali vinse per decisione unanime ai punti la rivincita contro Spinks, riottenendo il titolo WBA, ma subito dopo annunciò il suo ritiro. Qualche anno dopo, nel 1984, i medici gli diagnosticarono il morbo di Parkinson e suscitò commozione in tutto il mondo la sua apparizione come ultimo tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996; in quell'occasione gli venne anche riconsegnata la medaglia d'oro vinta a Roma nel 1960, poiché si narra che abbia gettato l'originale nel fiume Hudson in segno di protesta verso gli USA e la perdurante discriminazione razziale che, al suo ritorno in patria dopo i fasti romani, portò un ristoratore a rifiutarsi di servirlo appunto perché nero. (immagine presa dal web)

Romolo Benedetti

Nessun commento:

Posta un commento