venerdì 1 agosto 2014

Lo scannatoio

Il mio amico Mimmo da St. Vincent non finisce mai di stupire con le sue avventure di un tempo.


Lo scannatoio. Così lo avevamo battezzato (con poca fantasia) io e il mio degno compare. Lo scannatoio altro non era che un bilocale, preso in affitto, che ci serviva come alcova quando gentili donzelle decidevano che ci sarebbero state. Io perché non potevo portarle a casa in quanto ancora stavo con i miei. Lui perché sua moglie forse non sarebbe stata molto d’accordo. Successe che una sera d'inverno un collega (sposato) nonché amico intimo mi chiese se potevo prestargli l'alloggio in quanto una sua amica (così la definì) era disposta a passare assieme a lui qualche ora in dolce compagnia. Va detto che il "postribolo" in questione era comodissimo in quanto si arrivava direttamente con la macchina in garage e da lì, tramite l'ascensore, si accedeva direttamente al piano in cui si trovava l'alloggio. Che vuoi di più. Insomma, spiego all'amico le manovre da compiere per giungere indenne da sguardi indiscreti al luogo del peccato e gli dò le chiavi. Ricordiamoci che eravamo in inverno e che non era da escludere che d'inverno, alle volte , nevichi pure. Usciamo dal lavoro e ci incamminiamo io a casa e lui a compiere il misfatto. Se non che la mattina dopo mi suona il telefono. Era lui. L'amico fedifrago che mi chiedeva se potevo andare a prenderlo presso la sua abitazione, con i cavi per fare ponte alla batteria, in quanto la sua auto la notte prima non aveva voluto saperne di mettersi in moto ed era rimasta nel garage suddetto. Ok. Mi alzo, vado a prenderlo, andiamo nel posto incriminato, facciamo il ponte coi cavi per mettere in moto la sua macchina che parte. Meno male. Ce lo ricordiamo che d'inverno può essere che nevichi? Sì? Beh quella notte successe. L'amico , che aveva detto alla moglie che era dovuto tornare a casa a piedi (invece ce lo aveva poi accompagnato "l'amica" con la sua macchina) in quanto l'auto non era partita, e aveva dovuto lasciarla nel parcheggio del luogo di lavoro, non aveva fatto i conti col meteo. Mi spiego meglio: lasciare una macchina all'aperto quando la notte nevica implica che questa, la mattina successiva sia ricoperta dal manto bianco e soffice che il cielo ha scaricato. La sua no. Essendo stata tutta la notte in garage non aveva potuto chiaramente imbiancarsi. E quindi non poteva certo rientrare a casa propria con un mezzo pulito come fosse appena uscito dalla concessionaria. Avrebbe quantomeno potuto suscitare alcuni dubbi. Che fare? Semplice: prendemmo manate di neve (addirittura ci facemmo prestare una pala da uno che era impegnato nella rimozione della neve) e cominciammo a ricoprire la vettura. Certo che chi ci vide pensò che sicuramente qualche rotella fuori posto nei nostri cervelli c'era. Ma almeno lui era salvo.
    Domenico "Mimmo" Macrì. (immagine presa dal web).

Nessun commento:

Posta un commento