sabato 26 luglio 2014

con un salto è andato in...Barca.


Un'altra belle storia del mio amico Mimmo da Saint Vincent (AO)


Aveva fatto la sua bella fila in coda per mezz'ora all'ufficio postale aspettando il suo turno. E intanto cercava di caricarsi di quell'energia fisica e mentale che lo avrebbe aiutato nel suo proposito. Quando toccò a lui l'energia accumulata in quella mezz'ora di attesa, prese possesso di lui, dei suoi muscoli, dei suoi nervi, del suo cervello e una volta davanti al bancone era scattato accucciandosi sulle gambe per poi imprimere ad esse lo scatto necessario a compiere il salto che lo avrebbe proiettato al di là. Là dove sapeva che avrebbe potuto agire con molta più velocità e destrezza. Peccato non avesse fatto i conti con l'età (sessantacinque anni) e l'agilità che non era certo più quella dei vent'anni. Ammesso comunque che anche a vent'anni fosse agile perchè, nemmeno allora, non avendo mai fatto uno straccio di sport, la dimestichezza col proprio fisico era pura illusione. A sessantacinque anni poi con uno strato adiposo reso ingombrante dalle troppe libagioni e bevute di birra, il fisico, per quanto comandato ad agire, gli aveva risposto picche. Riuscì sì a saltare sul bancone ma un ginocchio che sbattè violentemente contro il bordo gli fece perdere l'appoggio delle mani e si ritrovò bocconi dall'altra parte con la faccia in terra e senza più un incisivo. Insensibile al male caino e ancora fresco di adrenalina si rialzò in un attimo per compiere quella che (secondo lui) sarebbe stata la rapina del secolo. Perchè questo aveva pensato Pietro Barca (Petrin per gli amici) : una rapina all'ufficio postale che potesse sistemarlo una volta per tutte e per tutta la vita. Cacciò velocemente dalla tasca dei calzoni quello che pensava essere un coltello che avrebbe appoggiato sulla gola dell'impiegata obbligandola così a consegnargli tutti i soldi custoditi nel cassetto. Peccato però che quello non fosse un coltello ma un cucchiaio. Quella stronza di mia moglie, pensò, e la sua stupida mania di comprare tutte le posate col manico uguale rivestito di plastica rossa e riporle nel cassetto in ordine assolutamente casuale. L'impiegata comunque, terrorizzata anche perchè quella era la prima rapina che la vedeva protagonista, cominciò a urlare come un'indemoniata chiamando a gran voce il direttore. Il quale direttore in capo ad un attimo fu sulla scena del delitto chiedendosi cosa ci facesse quel tipo con un cucchiaio in mano poggiato sulla gola della ragazza....che se la volesse mangiare in brodo? Per il sì e per il no comunque, armato da un coraggio che manco lui sapeva di possedere, mollò un potente cazzotto sulla testa di Pietro Barca (Petrin per gli amici) che si accasciò in terra dolente. Intanto gli altri avventori dell'ufficio postale resisi conto che qualcosa non tornava con tutto quel trambusto, cominciarono ad inveire contro il Pietro Barca (Petrin per gli amici) insultandolo con male parole, invocando una giusta punizione se non addirittura l'impiccagione seduta stante sul palo del divieto di sosta all'esterno. E allora vedendo quella folla inferocita e assetata di sangue il Pietro Barca (Petrin per gli amici) , si rannicchiò tutto e si mise a piangere. Non sapeva nemmeno più fare il rapinatore, lui che di quella "professione" si era nutrito e aveva campato "onestamente" per una vita. Si mise le mani sulla faccia e diede libero sfogo alla disperazione. Forse inteneriti da quello che ormai aveva più la parvenza di un vecchio, spelacchiato, sdentato, sanguinolento lupo che non fa più paura a nessuno nemmeno al più pavido dei bambini e tacitati i forcaioli che lo volevano giustiziare, i clienti dell'ufficio postale (unitamente agli impiegati) suggerirono al direttore che, dal momento che in fondo non c'era scappato il morto, nessuno, se non il rapinatore stesso, si era fatto male, anzi, a vederla con spirito non si era mai stati spettatori di una tentata rapina a colpi di cucchiaio e in fondo a ben guardare quello era più un morto di fame che non un criminale, di non fare intervenire le forze dell'ordine che lo avrebbero giustamente, seguendo un rituale consolidato, arrestato. Forse intenerito anche lui da tali suggerimenti il direttore si lasciò convincere. E non solo (bravuomo) : tirandolo su da terra cacciò di tasca propria un biglietto da venti euro e lo diede a Pietro Barca (Petrin per gli amici). Sulla scia di tanta generosità (o tanta pietà) tutti si sentirono in dovere di fare altrettanto. Per cui chi cinque, chi dieci, chi venti euro (ci fu addirittura un signore che gli consegnò cinquanta euro, gran signore davvero) diedero all'imbranato ladro che, ferito sì nell'onore, ma con in mano una certa sommetta, si allontanò ringraziando di tutto cuore le gentili e brave persone giurando che d'ora in poi avrebbe rigato dritto. Lo arrestarono, stavolta sul serio, una settimana dopo perchè, armato di coltello (questa volta un vero coltello), una notte, stava cercando di scassinare un bancomat in un paese vicino. ( immagine presa dal web )

Domenico Macrì (Mimmo per gli amici)

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