sabato 23 agosto 2014

Quando si dice la jella.

Il mio amico Mimmo non finisce mai di stupire!


Era la primavera di due o tre anni fa', non ricordo ma ha poca importanza. Dal water del bagno usciva un odore forte di acqua marcia e stantia. Vuoi vedere che si è intasata la fogna? Dopo scendo sotto dove c'è il tombino di ispezione e controllo. Prima un caffè. Mi infilo il giubbino di camoscio e esco. Bar, giornale, sigaretta e rientro. Prima di salire in casa vado dove i tubi di scolo della fogna confluiscono nel tombino di ispezione appunto.
 Non senza sforzo riesco a sollevare il coperchio e subito l'odore putrido di una fanghiglia marrone (il colore non poteva essere diverso) che arriva fino al bordo, mi assale. Per cercare di capire se effettivamente si tratta di intasamento da rifiuto corporeo e carta per pulire il rifiuto corporeo, mi inginocchio per scrutare meglio l'eventuale danno. Ci mancava no? Vabbè, poggio le mani in terra e mi sporgo quel poco che ritengo sufficiente per non finire anch'io nello stagno puzzolente e ho solo il tempo di sentire "plof" e vedere il telefonino, che si era sfilato dalla tasca del giubbotto, finire nel mare di acqua e (scusate) merda. Non faccio chiaramente in tempo ad acchiapparlo al volo che viene risucchiato dal putrido liquame che se lo mangia. Mapporc.....! E mentre penso mapporc! e anzi mi sa che lo dico pure, un secondo "plof" mi gela il sangue.....le chiavi di casa! No! La stessa fine del cellulare. Che fare? Come entrare in casa adesso? E sì....non c'è altra soluzione. Benchè schifato mi tolgo il giubbotto, arrotolo le maniche della camicia e comincio a rimesciare. Per fortuna il tombino non è profondo e riesco, chiaramente smadonnando, a recuperare il tutto. Quando con il tesoro in mano faccio riemergere il braccio sembra che ho su un guanto marrone. Dio che schifo. Insomma pulendo alla bell'e meglio la chiave rientro in casa e metto il braccio sotto l'acqua che si colora di marrone. Poi ci do giù di spugna e sapone fino a riottenere il color pelle. Poi me lo cospargo abbondantemente di deodorante e poi di profumo che sembro uscito da un bagno tipo Poppea. Devo salvare, se possibile, almeno la scheda del telefono che però non posso mettere sotto l'acqua corrente col rischio di completare l'opera. Per cui armato di carta igienica lo pulisco, lo apro e ne estraggo la scheda che amorevolmente asciugo prima con la carta e poi col fon. Oh: l'ho salvata. Insomma a parte l'acquisto di un nuovo cellulare e un braccio che sembrava più pezzo di legno (puzzolente) e considerando che avrei potuto finirci tutto dentro il maledetto tombino, direi che è ancora andata bene. Per la cronaca la fogna era davvero intasata. Ma ci hanno pensato quelli dello spurgo. (immagine presa dal web)                  

      Domenico "Mimmo" Macrì da Saint Vincent (AO)

Nessun commento:

Posta un commento