Ancora un racconto del caro amico Domenico "Mimmo" Macrì da Saint Vincent (AO)
Due , due e mezzo del mattino, non ricordo, sono passati tanti anni. E in quegli anni la strada che conduce a casa mia faceva una curva che costeggiava , ad un'altezza di circa mezzo metro, il prato sottostante. Era una notte assolutamente buia e all'epoca ancora non avevano impiantato i lampioni. A piedi mi recavo a casa dopo il lavoro. In una notte così buia chissà perchè uno pensa , nell'ordine : di essere aggredito da zombie affamati, di essere "sparato" alla schiena e poi rapinato, di essere sopraffatto dai fantasmi. E mi fermo qui.
Mentre pensavo queste cose una voce ( più che una voce un roco lamento) mi gela il sangue nelle vene come un "calippo" nel suo involucro. Eccoli. Ci siamo, sono venuti a prendermi. No. No. Non credo a fantasmi, a zombie, a creature notturne assassine. Mi faccio forza mentre il lamento continua. Ohhhh....ohhh....mammamia. Ennò cazzo : una soluzione razionale ci deve essere. Guardo verso il prato e nella pochissima luce a cui si sono abituati gli occhi vedo un tipo che si lamenta a fianco di quella che dovrebbe essere una vespa (motociclo per intenderci). E' ciucco da far schifo e ha anche qualche bozzo. Probabilmente ha perso il controllo ed è volato giù. Vabbè dai mica lo posso lasciare lì tutta la notte. Smadonnando scendo nel prato e lo aiuto a mettersi in piedi. Poi insieme (smadonnando in due) facciamo risalire anche la motoretta. Una fatica boia perchè oltre al mezzo dovevo far star dritto anche l'ubriacone. Dopo una buona mezz’ora riusciamo nell'impresa. Superciuk biascica qualcosa che, oltre ad anestetizzarmi seduta stante, che se all'epoca ci fossero stati i palloncini sarei in gattabuia ancora adesso, penso sia un ringraziamento e sale sulla vespa che miracolosamente non ha subito danni. Ma che sei matto ? gli dico. Dove vuoi andare conciato come sei. No no vado sto bene ciao grazie. Che dovevo fare? Opporre resistenza? Vuoi andare? E chi sono io la Sanvincenzo? Vai ! Monta in sella e parte zigzagando. Lo seguo con lo sguardo finchè ( e giuro mi scappa ancora adesso da ridere) non va a sbattere contro l'auto dei carabinieri che da poco avevano parcheggiato poco più sotto per un normale controllo di routine. E no. No, ho pensato. Stavolta ci pensi l'Arma.
Domenico Macrì
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