venerdì 16 gennaio 2015
1970. Vacanza in Valle d'Aosta
Dal libro " All'ombra dell'ultimo sole" di Romolo Benedetti
....Una quindicina di tavoli in tutto, tre persone in cucina e due ragazzotti in sala che terminate le scuole si improvvisano camerieri per tutto il periodo estivo. Io ero uno dei due pseudo camerieri, Giancarlo il mio “collega”. Poco più che ragazzini, venti anni io diciotto lui, amici d’infanzia, da qualche anno si andava a fare la stagione per racimolare un po’ di denaro e affrontare l’inverno senza essere di peso al bilancio familiare. Giornate tutte uguali, dal mattino fino all’ora di chiusura, pulire per terra, bicchieri da lucidare, piatti da passare con l’aceto, preparare i tavoli, mettere le bevande in frigo, insomma il tutto per farsi trovare pronti allo scoccare dell’ora di pranzo quando c’era l’assalto alle cozze alla marinara e ai risotti alla pescatora. Si aspettava con ansia il tardo pomeriggio quando si aveva la possibilità di tuffarci in acqua anche noi insieme agli amici che venivano a farci compagnia ( compagnia un corno, noi lavoravamo e loro si divertivano! Nei pochi momenti di relax io e Giancarlo ( per gli amici “Speedy”, per la sua velocità ) ci si confondeva tra i tavolini del ristorante e si osservava la vita che si svolgeva sulla spiaggia, papà che piantavano gli ombrelloni, bambini che rompevano le palle già di prima mattina, gli ambulanti del pesce pseudo fresco e i “vu cumprà” sommersi da oggetti e monili di ogni tipo che si aggiravano tra sdraio e ombrelloni alla ricerca di qualche mamma che acquistasse la loro merce. Naturalmente la maggior parte della nostra attenzione veniva rivolta alle ragazze e belle signore che transitavano davanti alla nostra postazione, la quale si trovava proprio a ridosso del bagnasciuga. “A Giancà, guarda quaa bonazza bionda cor costume bianco, che voto je daresti?” “A Ro, quella se merita ‘n ber dieci. E quella laggiù con quelle du’ cose davanti nun te dice niente?” “ Purtroppo no Giancà, perché saprei come rispondeje”. Questo era il nostro passatempo, dare i voti alle donne che transitavano davanti a noi. Naturalmente non facevamo eccezioni, i nostri giudizi riguardavano anche quelle che non erano proprio delle grandi bellezze, anzi, si faceva a gara a chi vedeva quella più brutta. “Anvedi quella là, è tarmente brutta che se er padre la porta ar museo je danno tre mummie de resto!” “ E quella piccoletta laggiù, è tarmente bassa che si se mette seduta sur marciapiede je dondolano le gambe.” E giù risate a trentadue denti che spesso coinvolgevano bagnanti che prendevano il sole vicino alla nostra postazione e che non potevano fare a meno di ascoltare dal momento che i nostri commenti non erano proprio sottovoce. Così tra una risata e l’altra, tra un fritto di pesce e una sogliola alla mugnaia, tra clienti gentili e altri che si sarebbero meritati un bel gavettone di spaghetti alle vongole l’estate avanzava e il mese di agosto volgeva al termine. Una mattina mentre eravamo intenti nei soliti preparativi quotidiani mi rivolsi al mio amico Speedy: “Perché a settembre non andiamo a farci una vacanzina in campeggio?“ Lui mi fissò con una faccia come per dire “questo è scemo”, poi si riprese: “Perché no? Sarebbe l’ideale per riposarci dopo un’estate di lavoro”. E così con il parere favorevole dei nostri genitori cominciammo a mettere in cantiere la nostra vacanza. Il primo passo fu la scelta del luogo, e guardando ripetutamente la cartina geografica della nostra bella penisola la scelta cadde sul versante adriatico. C’era un’ampia scelta sulla località precisa dove andare, Rimini, Cattolica, Riccione, tutte cittadine balneari che all’epoca facevano sognare tutti i ragazzi del mondo, perché solo al pronunciarli questi nomi si traducevano automaticamente in straniere, svedesi, olandesi, avventure e …Cominciammo quindi a pensare all’equipaggiamento, si doveva comprare una tenda e qui ci venne in aiuto un nostro amico il quale ne aveva una a disposizione e l’avrebbe prestata volentieri. <Già immaginavamo di essere sdraiati al sole lontano da stoviglie, spaghetti, fritti e mazzancolle e di fare il filo alle straniere sognando chissà quali avventure quando l’Italia venne attraversata da una severa perturbazione atmosferica che provocò molti danni specialmente sulla costa adriatica mettendo a soqquadro diversi campeggi, tra i quali anche quello che avevamo scelto come destinazione per la nostra tanto agognata vacanza. Cominciarono allora a sorgere dei dubbi su una vacanza di questo tipo, e anche i nostri genitori ci ripetevano che forse sarebbe stato il caso che si fosse lasciato perdere il campeggio e di pensare magari ad un albergo o pensione che fosse purchè si dormisse tra quattro mura. Lasciammo quindi cadere a malincuore l’idea della vacanza all’aria aperta ma bisognava trovare un’alternativa, oramai volevamo partire a tutti i costi. Dove andare? Sempre sulla costa adriatica oppure scegliere un altro itinerario? Ed ecco allora riuscire fuori la nostra bella cartina geografica. Mentre la spulciavamo centimetro per centimetro selezionando località diverse tra loro in tutto e per tutto ( non avevamo le idee chiare su dove andare, l’importante però era andare ) ci venne in aiuto un nostro amico,Remo: “Perché non venite in vacanza dove vado io? Parto fra qualche giorno e una volta là posso cercare qualcosa di economico per voi.” Remo aveva uno zio in Valle d’Aosta, precisamente a Saint Vincent, e come ogni anno anche quella estate si recava in vacanza in quei luoghi. “Potremmo stare insieme e trascorrere una vacanza fantastica.” continuò il nostro amico . I miei occhi incrociarono quelli di Speedy e non ci fu bisogno di dire niente, avevano deciso loro per noi. Ritornò l’entusiasmo che si era affievolito dopo la perturbazione dell’adriatico e cominciammo a informarci con Remo circa quello che avremmo trovato in Valle d’Aosta. Aveva due cugini che già conoscevamo per essere venuti in vacanza a casa sua (io e Remo abitavamo nello stesso palazzo) e ci disse che avremmo potuto trascorrer la nostra vacanza insieme a loro e ai loro amici e che sicuramente sarebbe stata da favola. Da quel momento i nostri pensieri erano solo e soltanto alla Valle d’Aosta, non passava momento della nostra giornata che non pensassimo alla montagna, ci immaginavamo passeggiate tra i boschi, circondati da stambecchi ( in verità non ne vedemmo neanche uno), raccogliere stelle alpine ( se l’avessimo fatto ci avrebbero fatto un culo come un secchio) e perché no, fare anche una puntatina al Casinò.....
Romolo Benedetti
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