lunedì 10 agosto 2015

10 Agosto 1944: la strage di Piazzale Loreto

15 detenuti del carcere di San Vittore, appartenenti a tutte le forze politiche inneggianti alla Resistenza, vennero trucidati nella piazza che qualche mese dopo avrebbe visto la fine del Duce e della dittatura fascista.

 Il 10 Agosto 1944 venne perpetrato a Milano, in Piazzale Loreto, un eccidio di chiaro stampo fascio-nazista da parte della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti della RSI. La mattina presto di quel giorno infausto, quindici partigiani detenuti nel carcere di San Vittore vennero portati in Piazzale Loreto, e lì furono fucilati da un plotone di esecuzione formato da soldati fascisti del gruppo Oberdan della legione «Ettore Muti» agli ordini del capitano Pasquale Cardella, il quale prendeva ordini dal comando tedesco. In un comunicato nazista veniva precisato che la strage fu attuata come rappresaglia per l'attentato di viale Abruzzi, dove, è bene precisare, non morì nessun soldato tedesco. Ma sembrò subito una scusa di comodo, la realtà era che si voleva dare un segnale forte alla simpatia che la popolazione aveva per la Resistenza. La piazza non era stata scelta a caso, era il punto di convergenza del pendolarismo milanese verso le fabbriche dell’hinterland, quindi quel giovedì 10 agosto, giorno feriale, la strage sarebbe stata un monito per i migliaia di lavoratori che sarebbero transitati di lì; I cadaveri dei 15 martiri, appartenenti a tutto l’arco delle forze della Resistenza, vennero lasciati nella piazza ammassati l’uno sull’altro fino alle 20 e guardati a vista dai fascisti che non facevano avvicinare nemmeno i parenti delle vittime dell’eccidio.

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