mercoledì 27 aprile 2016

27 aprile 1937: moriva Antonio Gramsci

79 anni fa, il 27 aprile del 1937, morì il grande politico, filososo e pensatore comunista Antonio Gramsci, dopo 11 lunghi anni di prigionia sotto il regime fascista di Mussolini. Nato nel 1891 ad Ales in provincia di Oristano, fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia nel 1921 con la famosa scissione di Livorno, ottenendo la carica di segretario. Nel 1924 divenne deputato, e due anni dopo, in pieno regime fascista, l'8 novembre, in violazione dell'immunità parlamentare, Gramsci venne arrestato nella sua casa e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Due anni dopo, il 28 maggio del 1928, iniziò il processo che vedeva insieme a lui imputato Umberto Terracini. Con l’accusa di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all'odio di classe. Storica fu la frase di chiusura della requisitoria del Pubblico Ministero Isgrò, che disse: “Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare.” E infatti dopo una settimana dall’inizio del processo, il 4 giugno, Antonio Gramsci venne condannato a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione, e il 19 luglio venne rinchiuso nel carcere di Turi, in provincia di Bari. Gravemente malato, ottenne la libertà il 21 aprile del 1937 e una settimana dopo, il 27, il suo corpo minato da numerose malattie e dagli anni di carcere, cedette. Durante gli anni di detenzione scrisse opere molto importanti come “Lettere dal carcere” e” Quaderni dal carcere”,  diventate un caposaldo per generazioni di politici in tutto il mondo e nella cultura italiana del dopoguerra.

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