venerdì 29 aprile 2016
Vita di piazza
Piazza Gregoriopoli, una piccola oasi al centro del paese, abituale ritrovo di anziani, pensionati e gente di passaggio. Caratteristica è l’immensa quercia che funge da gazebo naturale alla quasi totalità dei giardini, con l’enorme tronco tale da dover coinvolgere ben tre persone per abbracciarlo, e con quel buco ancora ben visibile, testimone di un colpo di pistola sparato durante l’ultimo conflitto mondiale. Al centro la piccola fontana a tre piani, circolare alla base, poliedrica nei due piani superiori, terminante con un fievole zampillo d’acqua, ricoperta con il passare degli anni da una spessa coltre di vellutello che le ha donato nel tempo un aspetto antico e al tempo stesso incantevole, sede negli anni passati da una numerosa colonia di pesciolini rossi messi lì da qualche paesano con l’intento di aumentarne la bellezza. Tre aiuole non molto curate e con una mediocre varietà di fiori fanno da perimetro ai giardini, accompagnate da una decina di panchine in legno pronte ad accogliere bambini, mamme e pensionati ad ogni ora del giorno.
Alcune di queste panchine ospitano le stesse persone ogni giorno, quasi fossero prese in affitto, persone che perennemente già di prima mattina alla stessa ora si ritrovano sedute una accanto all’altra, come fossero in ufficio, rituale che si tramanda probabilmente sin dall’inizio della loro pensione. Ed ecco che nella tal panchina il calcio è l’argomento principale della discussione, talvolta molto accesa per la rivalità tra tifosi delle diverse squadre, i toni delle voci spesso si alterano nel tentativo di far valere le proprie opinioni, richiamando l’attenzione delle persone delle panchine adiacenti o di qualche turista seduto ai tavoli del vicino bar che osserva sgomento il gruppetto di anziani esagitati lasciandosi scappare un divertito sorriso mentre sorseggia il suo gustoso cappuccino. Alcune panchine più in là la situazione non è certo meno rumorosa, l’argomento della discordia è la politica, destra, sinistra, centro, tutti dicono la loro, hanno tutti ragione ed espongono soluzioni miracolose per governare al meglio, finendo sempre con l’essere tutti d’accordo sull’esiguità delle loro pensioni. Anziane signore siedono sulla panchina prospiciente la frutteria con le loro pesanti buste della spesa, e parlottano anche loro del più e del meno, senza trascurare il carovita, la scuola e i figli. Ad orari cadenzati arriva il bus di linea che collega i paesi limitrofi, i passeggeri che scendono si disperdono in varie direzioni della piazza, chi verso casa, chi nei negozi adiacenti, chi al bar di fronte, mentre il conducente del mezzo si siede sulla panchina più vicina per fumarsi la meritata sigaretta in attesa di iniziare la corsa successiva. Arriva l’ora di pranzo, la piazza si svuota lentamente, i pensionati ”tifosi” e i “politicanti” lasciano le loro postazioni per far rientro alle loro case, i pochi negozi chiudono i battenti per riaprirli nel pomeriggio in concomitanza del ravvivarsi della piazza, quando le panchine sotto la grande quercia saranno testimoni di nuove discussioni politiche, di accesi scontri verbali pro-Totti o pro-Higuain, quando il turista di turno siederà al tavolo del bar per un gustoso cappuccino o un “american coffee”, l’autista del bus si gusterà la meritata sigaretta ai piedi della fontana vellutata. Il sole che va a nascondersi dietro le case e la sera che scende lenta e inesorabile annunciano la fine di un altro giorno, le panchine si svuotano, i negozi abbassano le serrande e spengono le insegne, l’ultimo vecchietto col suo bastone lascia lentamente la piazza, i fiochi lampioni dei giardini sotto la grande quercia si illuminano mentre un cane solitario girovaga tra i secchi dei rifiuti del vicino ristorante. Nella piazza cala il silenzio, disturbato dal rumore del fievole zampillo d’acqua della fontana vellutata e dalle fronde della grande quercia sbattute dal vento. Domani è un altro giorno, i negozianti riapriranno le serrande, il vecchietto pian piano col suo bastone riprenderà posto nella solita panchina in attesa dei soliti coetanei e l’autista riprenderà la sua corsa col bus dopo aver gustato la meritata sigaretta.
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