Dal libro "All'ombra dell'ultimo sole" di Romolo Benedetti
Un ricordo simpatico di quei favolosi anni 70. Questo spaccato di gioventù ha visto protagonisti me ed il mio amico Mimmo in quel di Saint Vincent.
.... Appuntamento al solito bar, equipaggiati in maniera molto ma molto superficiale per una giornata come quella che andavamo ad affrontare, scarpe da ginnastica, jeans, magliette leggere e quant‟altro, praticamente l‟esatto contrario del necessario per trascorrere una giornata in montagna a quasi duemila metri di altezza. I nostri amici si presentarono con un enorme paiolo di rame per preparare la polenta una volta arrivati in cima, mentre noi avemmo il compito di acquistar bibite e panini vari. Cominciò così a passo spedito la scalata al monte Zerbion, con grande ottimismo, tanta energia, risate e quant‟altro potesse tenere alto il morale di tutti noi, ma man mano che si saliva questi parametri calavano di intensità lasciando spazio ad un sempre più crescente pessimismo, il gruppo cominciava ad allungarsi fino a diventare una lunga fila indiana, con in testa i nostri amici locali, ragazze comprese, e a chiudere i due poveri sfigati di turno che avevano il compito di portare il pesante paiolo. Il percorso era abbastanza ripido, sentieri dissestati dalle radici degli alberi che rendevano difficoltosa la nostra scarpinata, rocce sporgenti che ci
costringevano a movimenti inusuali del corpo, ogni tanto un piccolo spiazzo che permetteva a tutto il gruppo di rilassarsi e avere un po‟ di tregua. Si arrivò nel posto stabilito con la lingua di fuori, quasi tutti ci sdraiammo in terra con mani e piedi divaricati cercando un po‟ di riposo ristoratore, mentre alcuni cominciarono a darsi da fare per cercare della legna, cosa peraltro non difficile visto il luogo dove eravamo, e preparare così il fuoco per la
polenta. Si ricostituì di nuovo una simpatica catena di montaggio già collaudata la sera della grigliata di pesce e a casa di Mimmo, chi in cerca di legna, alcuni a confezionare panini, altri avevano il loro da fare nel preparare
patate da fare alla brace e alcuni infine cominciarono ad “infrattarsi” tra la boscaglia in cerca di un pochino di dolce intimità.

<< Ecco il carburante, - dissero Gildo e Mimmo sbucando da un piccolo sentiero nascosto tra gli
alberi, portando a fatica diversi ciocchi di legna e rami secchi – dovrebbe essere sufficiente per accendere il fuoco per la polenta.>> << Guardate io che cosa ho rimediato! >> gridò canticchiando Paola “caciotta” avvicinandosi al gruppo che stava sistemando il paiolo su dei massi pronto per essere messo in funzione. Tutti si girarono verso di lei che teneva bene in vista un bel pollo già spennato e una busta con delle uova fresche. << Ho chiesto al contadino che abita in quella casa laggiù se ci poteva vendere qualcosa da mangiare ed ecco qui, pollo e uova, penso che non manchi nulla per un magnifico picnic. >> << E vai!!! Magnifica idea! Paola, sei un angelo! >> gridammo tutti in coro. I preparativi procedevano tra canti, barzellette, risate e imprecazioni varie per scottature o graffi improvvisi. Ma più trascorreva il tempo, più il gruppo si assottigliava, Mimmo e Gildo si davano da fare nel girare la polenta, condita con qualche foglia e molti moscerini caduti dagli alberi sovrastanti, Renato e Speedy erano intenti a racimolare ancora un po‟ di legna, io ero impegnato a girare il pollo allo spiedo, e a parte qualcuno sdraiato sull‟erba a contemplare chissà cosa, degli altri nessuna traccia. Si erano tutti imboscati, o meglio … infrattati* . Loris e Mariuccia erano spariti quasi subito,Tonino e Silvia li seguirono a ruota, mancava anche Paola “caciotta”, che dopo aver consegnato pollo e uova ai cuochi di turno aveva preso la via del bosco insieme a Remo.<< A fiji de na mignotta!!! Volete uscì dai cespugli e dacce „na mano a cucinà? >> urlò improvvisamente Gildo rivolto verso la boscaglia. Macché,non vi fu nessuna risposta. << Forse è meglio andarli a stanare, - disse Giancarlo mettendo da parte i panini e pulendosi le mani impregnate di grasso di prosciuttosui suoi jeans, - dai, Laura, andiamo a cercarli. >> E scomparvero tra gli alberi. << Ecco, un‟altra coppia che s‟infratta con la scusa di cercare gli altri!! Gildo, era meglio che stavi zitto.>> lo rimproverò Mimmo, il quale dalla rabbia cominciò a girare con più energia il mestolo della polenta. Pian piano il gruppo si ricompattò, da ogni angolo del nostro accampamento cominciarono a sbucare le varie coppie, Loris e Mariuccia spettinati come non mai, Tonino con la faccia stravolta e Silvia con il solito sempiterno sorriso sulle labbra, mentre Speedy con la faccia di chi vuole sempre prendere tutti per i fondelli esclamò:
<
> Si prese un corale vaffanculo dal resto della comitiva. Passarono alcuni minuti quando Mimmo annunciò ad alta voce che la polenta era pronta.<< Sono pronte anche le uova e il pollo, - gridai –
mentre per le patate c‟è ancora da aspettare.>> Si formarono due file ordinate, una davanti al paiolo, l‟altra intorno allo spiedo, tutti abbastanza affamati con tanto di piatti e posate di plastica in bella evidenza. << Piano, piano, uno alla volta, ce n‟è abbastanza, Mimmo, Gildo, Giancarlo e Romolo alle prese con il pollo - si sforzava di dire Mimmo – beati gli ultimi …>> e una voce aggiunse subito : << … Se i primi non fanno i fiji de „na mignotta!! >> e si scoppiò tutti a ridere. Terminata la distribuzione sotto lo sguardo vigile di Mimmo, ci distribuimmo lungo tutto il verde spiazzo cheavevamo scelto come base per il nostro picnic. Eravamo alquanto affamati, vista la fatica affrontata per arrivare fin lassù e per preparare da mangiare, ogni tanto qualcuno lanciava un colpo di tosse come se stesse per
strozzarsi, segno che insieme alla polenta aveva ingoiato sicuramente una foglia o qualche insetto finiti nel paiolo durante la preparazione. << Porca puttana! Ma che c‟avete messo nella polenta?>> esclamava incazzato lo sfigato di
turno.<< Sta zitto e magna, - fu la risposta – quello che non strozza ingrassa! Si vede che non hai fatto il militare. >> << Perché, tu l‟hai fatto? >><< No, neanche io, ma almeno mangio e non rompo i cojoni come stai facendo tu. >>....
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