Angelino. Un ragazzo tanto in gamba quanto strano, amato e odiato allo stesso modo da tutti i componenti del gruppo. Non molto alto, sempre serio e con un modo di camminare che lo avresti riconosciuto sicuramente anche di notte in una strada buia e senza luna: petto in fuori, pancia in dentro, testa alta e braccia immobili lungo i fianchi. Lavorava presso un supermercato della zona, era addetto al magazzino e al rifornimento degli scaffali.

Ricordo che aveva vissuto un'infanzia abbastanza tormentata a cauda dei frequenti attacchi epilettici ai quali era soggetto. Fortunatamente per lui col passare degli anni questi problemi si affievolirono e raramente avrebbe avuto problemi di salute. Angelino non bisognava mai contraddirlo, sarebbe stato capace di tenere il broncio per mesi prima di riprendere la normale vita sociale. Un aneddoto su Angelino riguarda la sua vita lavorativa. Come addetto al magazzino avrebbe dovuto occuparsi dello scarico degli alimenti in arrivo e del rifornimento degli scaffali che si svuotavano con gli acquisti dei clienti. Un giorno il suo lavoro lo portò a spostare dei contenitori, con all'interno delle buste di latte, se vi ricordate quelle di cartone a forma triangolare (siamo alla fine degli anni 60) e portare una cesta di panna al bancone dei formaggi.

Due colonne di latte alte circa un metro l'una, ognuna formata da diverse ceste, da trasportare per circa venti metri. Il nostro Angelino pensò bene, per accelerare i tempi, di fare un'unica colonna di latte con in cima la cesta di panna, così avrebbe fatto un solo viaggio, risparmiando tempo e fatica. E così formata una colonna alta due metri e posizionata la cesta di panna, il nostro amico si mise all'opera e, presa la colonna con una mano in basso e con l'altra a mezza altezza, iniziò lo spostamento. Tutto andò per il meglio per qualche metro, fino a che la colonna non incontrò nel pavimento una mattonella leggermente più alta al punto di bloccare la marcia della colonna, mentre Angelino continuava a spingerla. Fu un attimo. La colonna si spiaccicò in terra con le conseguenze che lascio a voi immaginar. Un lago di latte invase il magazzino e schizzi di panna erano ovunque. Alcuni colleghi di Angelino cominciarono a ridere come matti mentre lui poverino, con la faccia inebetita, non sapeva dove andare a parare. Improvvisamente lanciò un urlo: "Zitti tuttiiii!! Che cosa vi ridete!! Li ho buttati io... e rido solo io!!!" Non l'avesse mai detto. Le risate diventarono più scroscianti, mentre il latte pian piano cominciava a bagnare i cartoni di alimenti vari e gli schizzi di panna scendevano lentamente dalle cofezioni di pelati ed altro. Al nostro sfortunato Angelino non restò altro che defilarsi per qualche minuto per raffreddare la rabbia che aveva accumulato per poi ritornare a pulire il casino che aveva combinato senza guardare in faccia i suoi colleghi di lavoro che continuavano a sgnasciarsi dalle risate sotto i baffi per non scuotere ancora di più il suo sistema nervoso.
Romolo Benedetti
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