Scritto da Romolo Benedetti.
L'aria è ancora pungente, ma le prime timide serate con temperature alquanto miti del mese di marzo hanno suggerito a più di qualcuno di concedersi due passi sul lungomare, dopo i furiosi temporali dei giorni scorsi. La primavera è ormai alle porte, le giornate cominciano lentamente ad allungarsi e domenica prossima entrerà in vigore l'ora legale, c'è sempre più gente che decide di trascorrere i dopocena passeggiando all'aria aperta, accompagnata dal rumore delle onde del mare, accarezzata da una dolce brezza marina e dal sapore salmastro sulle labbra. Passeggiavo sul marciapiede di destra, quello che costeggia la spiaggia, gustandomi il profumo del mio toscanello aromatizzato al caffè, all'altezza della spiaggia "Cuban Rock Beach". Incontro sporadicamente alcune persone, vogliose e desiderose come me di tranquillità e solitudine; un anziano signore in compagnia del suo simpatico e buffo bassotto al guinzaglio, una ragazza alquanto grassoccia che si affanna a passo spedito con la speranza di bruciare calorie, una giovane coppia che spinge amorevolmente una carrozzina, fermandosi di tanto in tanto per giocare con il loro frugoletto.

Mi siedo su di una panchina per gustarmi le ultime boccate del mio toscanello aromatizzato al caffè, non disdegnando di contemplare quella enorme massa d'acqua nella quale una splendida luna si riflette in tutta la sua bellezza. Lunghe file di ombrelloni chiusi facevano da cornice ad una spiaggia desolatamente vuota, una piccola barca a remi capovolta fungeva da paravento ad una coppia di giovani intenti a scambiarsi effusioni amorose, ora un bacio, ora si lasciavano andare a sonore risatine per poi tornare a baciarsi. Sulla parte sinistra, al confine con il "Florida Beach", appoggiati alla rete che separa le due spiagge, un gruppo di ragazzi, tutti giovanissimi a prima vista, saranno stati cinque o sei, silenziosi e immobili, sembravano statue, le uniche note di vita in loro erano il puntino rosso acceso del tabacco delle loro sigarette che bruciava e le flebili nuvolette di fumo che ogni tanto si alzavano sopra le loro teste inclinate l'una sulle spalle del vicino. Per il resto null'altro, a parte il rumore delle rare macchine che sfrecciavano sulla strada alle mie spalle. Un silenzio quasi tombale, proprio quello di cui ero alla ricerca dopo una giornata di intenso e stressante lavoro.

Rimasi ancora qualche minuto sulla panchina in ossequioso silenzio, con la mente rivolta al nulla e lo sguardo che si divideva tra una splendida luna e la sua striscia luminosa e increspata che rifletteva sulle onde e che si allungava in mare aperto. Si era fatto tardi,, il mio sigaro aromatizzato al caffè nel frattempo era andato letteralmentre in cenere, mi alzai dalla panchina, e dopo un ultimo sguardo fugace al gruppo di ragazzi e ai due piccioncini che ancora tubavano, ripresi la via del ritorno.
Un sonno ristoratore mi portò al mattino successivo, quando la sveglia col suo trillare mi fece capire che era giunta l'ora del solito tran tran. Venni riportato alla vita attiva da un caffè doppio, e pochi minuti dopo ero alla guida della mia auto per un'altra giornata di intenso e stressante lavoro.. Imboccai il lungomare nello stesso punto della sera prima quando, dopo aver acceso il mio toscanello aromatizzato al caffè, iniziai a percorrelo a piedi. La direzione era la stessa, visto che il lavoro mi portava a Liverpool, 22 miglia a sud di Southport sulla statale A565. Mi stavo avvicinando dalle parti del Florida Beach quando in lontananza, proprio nelle vicinanze della panchina della sera precedente vidi una serie di lampeggianti, e man mano che mi avvicinavo riconobbi alcune macchine della polizia ed un'ambulanza. La curiosità mi spinse ad accostare la macchina al marciapiede ed a fermarmi. Qualcosa o qualcuno aveva sicuramente cambiato la tranquillità della sera precedente.

A passi lenti arrivai fino alla panchina, in terra c'era ancora il residuo del mio sigaro aromatizzato al caffè, provai ad entrare in spiaggia ma un poliziotto mi bloccò. Lo sguardo mi andò verso la rete di recinzione che divideva il Florida Beach con il Cuban Rock Beach, proprio dove qualche ora prima c'era il gruppo di ragazzi. Ora ce n'era un altro, di gruppo, non più silenziosi, non più seduti, non più appoggiati gli uni agli altri. Un gruppo che parlottava fra di loro, alcuni in divisa, altri in borghese, tutti in piedi intorno ad un lenzuolo bianco. Un velo di tristezza mi avvolse, rimasi immobile a fissare quel cencio bianco. Non era difficile capire. Un poliziotto scattava numerose foto da tutte le posizioni, mentre un altro copriva quel corpo esanime che una folata di vento aveva scoperto, lasciando intravedere una bellissima chioma di capelli biondi. Era una ragazza. Il mio pensiero ritornò indietro di qualche ora, quando vidi quei ragazzi tutti insieme, appoggiati gli uni agli altri quelle nuvolette di fumo che salivano lente sulle loro teste. Ora ne è rimasta una soltanto, immobile, forse già fredda, degli altri nemmeno l'ombra, spariti, volatilizzati, come le nuvolette di fumo sulle loro teste. Begli amici, pensai. Tornai lentamente sui miei passi, voltandomi rividi vicino alla panchina il mozzicone del mio sigaro toscano aromatizzato al caffè, lo colpii nervosamente con un calcio, raggiunsi la mia macchina e mi avviai tristementeverso un'altra stressante giornata di lavoro.(immagini prese dal web)
(Ogni riferimento a fatti o cose è puramente casuale.)
Romolo Benedetti
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