sabato 9 agosto 2014

La badante.

Un'altra testimonianza del mio amico Mimmo.


Ospedale. Sono lì a far visita ad un amico ricoverato per problemi fortunatamente non gravi. Di fronte a lui in un altro letto un ammalato la cui età mi sembra indefinibile. L'unica cosa certa è che, guardandolo, non mi sembra più tanto giovane. Di fianco a lui una bella ragazza dalla carnagione scura. E' la "badante". E' brasiliana mi dice il mio amico che ha avuto modo di scambiare con lei quattro parole.
L'uomo non parla, anche perchè non potrebbe in quanto sul viso ha la maschera dell'ossigeno. Solo ogni tanto un impercettibile lamento. Mentre chiacchiero del più a del meno con l'amico le mie orecchie percepiscono un leggero canto. Più che un canto è una dolcissima nenia in una lingua a me sconosciuta che esce dalle sue labbra. Istintivamente mi giro verso di lei e vedo che oltre a canticchiare quel dolce motivo sta delicatamente accarezzando il viso dell'uomo. Altri al suo posto si sarebbero limitati a sedere sulla seggiola a fianco al letto per intervenire solo quando il caso lo imporrebbe. In fondo sono pagati per questo. Lei no. Forse con quel canto, quel sussurro musicale, con quelle carezze, pur sapendo di non potersi sostituire ad un medico o ad una infermiera, magari pensa di poter alleviare le pene del suo assistito che chissà se riesce a sentirla. Sembrava che quelle dolci note fossero anche per tutti noi. Che dobbiamo sempre correre, andare, venire, fare e disfare. E non trovare il tempo di fermarsi per ascoltare un suono lieve, dolce, romantico che potrebbe, magari anche solo per poco, scaldarci un po’ il cuore. Grazie bella ragazza brasiliana. (immagine presa dal web).
Domenico  "Mimmo" Macrì da Saint Vincent (AO)

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