I Filmini...
A Roma è caratteristica quanto irrinunciabile “la gita fuori porta” nelle festività primaverili come ad esempio il lunedì di Pasqua, il primo maggio o il 25 aprile. In queste occasioni famiglie e gruppi di amici si ritrovano per trascorrere insieme una giornata da pic nic all’aria aperta. Anche noi ragazzi dello “Stella Club” si decise di trascorrere una giornata diversa e di abbandonare per qualche ora il nostro club. Credo fosse il 1 maggio 1970. Si decise di passare la giornata sulla riva del Tevere, tutti insieme. Così di buon mattino ci armammo di tutto l’occorrente, panini, bibite, plaid e l’immancabile mangiadischi e tutti insieme ci incamminammo verso il luogo prescelto, che non era tanto distante dal nostro paese. Era un posto abbastanza isolato e non c’erano altre persone, forse perché essendo un luogo molto assolato la gente aveva preferito di gran lunga l’ombra della pineta di Castelfusano.
Tutto ciò a noi non dispiacque davvero, avremmo avuto tutto lo spazio a nostra disposizione e non ci sarebbe stato pericolo che si potesse dare fastidio ad alcuno. Eravamo un gruppetto abbastanza numeroso, c’erano anche gli immancabili fratelli, Claudio e Patrizia, provenienti da Roma, così come da Roma veniva anche Arcangelo. Sistemammo ben bene le vivande sui plaid “a prova di formiche” e cominciò così la nostra “scampagnata”. Uscì come per magìa l’immancabile pallone e si organizzò un’accesissima partita. A questo punto il gruppo cominciò a dividersi, buona parte di noi si dedicò alla partita di pallone, Tonino decide di fare un bel tuffo nel Tevere, altri preferirono appartarsi con le rispettive fidanzate. La giornata filava tranquilla in piena allegria, tra un panino e l’altro e con il mangiadischi a tutto volume che qualcuno di noi sfruttava esibendosi in uno scatenato twist o in un più calmo hully gully. Improvvisamente udimmo la voce concitata di Tonino che dalla riva del Tevere ci chiamava a raccolta. Ci precipitammo tutti verso di lui, anche con una certa preoccupazione pensando che le fosse successo qualcosa. Giunti sul posto vedemmo Tonino che usciva dal fiume con in mano una busta di plastica con dentro qualcosa. Riemergendo dopo un tuffo se l’era trovata quasi in testa e l’aveva rapidamente afferrata prima che potesse sparire nell’acqua.
Con tanta curiosità ci stringemmo intorno a lui mentre l’apriva e con sommo stupore estrasse tre pellicole. Erano tre piccole pizze, probabilmente delle riprese girate artigianalmente. Cominciavamo a farci delle domande su cosa contenessero quelle pellicole e ci ripromettemmo di vederle non appena fossimo tornati al club la sera stessa. Ed infatti verso l’imbrunire, spinti più dalla voglia di vedere le tre pellicole che per l’avvicinarsi della sera, raccogliemmo le nostre cose e prendemmo la via del ritorno. Una volta al club il nostro amico Gildo prese il proiettore e si diede da fare per inserire la prima pellicola. “Cosa ci sarà?” diceva qualcuno; “il solito film western”, si sbilanciavano altri. Appena Gildo fu pronto, dentro lo Stella Club calò il silenzio assoluto e si spensero le luci. I primi fotogrammi, in bianco e nero, immortalavano una signora in procinto di entrare in un ufficio. Appena entrata si trovò davanti quattro uomini. Questi le fecero capire da subito le loro intenzioni, circondandola prima e palpeggiandola poi. La malcapitata cercava di fuggire ma era troppo tardi, venne spintonata su un divano.
Tra di noi iniziarono i primi commenti piccanti, mentre in fondo alla stanza Patrizia, l’unica ragazza rimasta, per di più minorenne, se ne stava muta e alquanto preoccupata vicino al fratello Claudio. I commenti si fecero più intensi e coloriti quando alla signora vennero strappati di dosso gli abiti, rimanendo completamente nuda. Dalle espressioni di meraviglia si passò in un batti baleno ad un silenzio tombale quando i quattro uomini cominciarono a violentarla a turno ed in tutti i modi possibili. Ci eravamo imbattuti in un vero e proprio film porno, una rarità per quegli anni. Io personalmente non avevo mai visto scene di quel genere, così come non lo avevano tutti gli altri, tantomeno la povera Patrizia, che vedemmo con la testa abbassata e con le mani davanti agli occhi appoggiata a suo fratello. La pellicola durò una decina di minuti circa, dopo di che Gildo spense il proiettore e accese le luci della stanza aggiungendo che lo spettacolo era finito, se non altro per rispetto alla nostra amica Patrizia, che nel frattempo aveva rialzato la testa ed era abbastanza frastornata. Non è che noi ragazzi stessimo meglio, ma più che frastornati eravamo alquanto eccitati. Ci volle tutta la saggezza di Gildo per resistere alle insistenti richieste di qualcuno che avrebbe voluto vedere anche le altre pellicole, ma niente da fare. Venne in aiuto l’ora tarda per chiudere il Club e tornare alle nostre case.(immagini prese dal web)
Romolo Benedetti
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