martedì 3 febbraio 2015

Il 3 febbraio ’91 si scioglieva il P.C.I.

Rimini, 3 febbraio 1991. Achille Occhetto conclude il suo intervento al XX Congresso del Partito Comunista Italiano. Finiva così il Pci e nasceva il Pds e con lui una lunga serie di scissioni.


Il 12 novembre 1989, l’allora segretario del PCI Achille Occhetto, in una riunione di partito nella ormai famosa sezione della Bolognina, annunciò “grandi cambiamenti”. Nella sua mente covava il superamento del Partito Comunista e la costruzione di un “nuovo, grande partito della sinistra italiana”. Ci furono accese discussioni, sia tra i dirigenti del partito sia tra molti settori della base. Importanti esponenti del Comitato Centrale come Ingrao, Tortorella, Cossutta si opposero fin da subito, e fu indetto un Congresso straordinario del Partito, il diciannovesimo, tenutosi a Bologna nel marzo del 1990.
3 furono le mozioni. La prima, “Dare vita alla fase costituente di una nuova formazione politica, sponsorizzata dal segretario, ottenne al congresso il 67% dei voti e permise ad Occhetto di essere rieletto segretario. La seconda, come suggerito dal nome, era “Per un vero rinnovamento del PCI e della sinistra”, e venne sottoscritta da Ingrao, Tortorella, Angius e Luciana Castellina; ottenne solo il 30% dei consensi. La terza, definita “Per una democrazia socialista in Europa”, fu presentata, tra gli altri, da Armando Cossutta, che ottenne solo il 3% dei voti congressuali. Il congresso successivo, il XX e anche l’ultimo, si tenne a Rimini nel febbraio 1991. Anche qui tre furono le mozioni presentate. I due terzi dei consensi li ottenne quella che indicava chiaramente la cancellazione del Partito verso la creazione del PDS, cioè del Partito Democratico della Sinistra. Qualche anno più tardi venne tolta la P di partito per formare i DS, Democratici di Sinistra; successivamente venne ripristinata la P a scapito della S di sinistra, ma tutto questo al XX Congresso non venne detto. Da quel congresso è successo di tutto nel nuovo partito. La nuova Dirigenza, composta da vecchi pseudo-comunisti e soprattutto da vecchi anticomunisti, decise di vergognarsi di colpe che il vecchio PCI non aveva mai avuto, cercando di mostrarsi come un Partito rinnovato. Si creò invece alla base solamente della gran confusione , i vecchi compagni si chiedevano per cosa avessero lottato per tanti anni. Se ne accorsero purtroppo col passare del tempo, quando il nuovo partito scelse di stare anche dalla parte dei forti, perdendo pian piano credibilità, intraprendendo la strada delle privatizzazioni, l’Alitalia e la Telecom ne sono l’esempio. Per non parlare della sempre più crescente disoccupazione e del “miraggio” della pensione che si allontana sempre più. Ormai è solo un ricordo il vecchio Partito Comunista Italiano, il partito delle lotte operaie, del voto alle donne, delle 150 ore, il partito della classe operaia e dei più deboli, il partito di Gramsci,Togliatti, Longo e Berlinguer.

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